lunedì 9 luglio 2007

Volvo V70 D5 2001

All’inizio della scorsa estate Volvo Car Corporation ha orgogliosamente presentato il primo propulsore diesel interamente progettato e costruito dalla Casa svedese, aprendo di fatto un nuovo capitolo nella sua lunga storia. Infatti, in linea con le attuali tecnologie in materia, anche Volvo ha decisamente puntato molto sul mercato dei diesel, che ormai ha visto la sua piena affermazione in ogni settore automobilistico.

Il propulsore D5 mostra una sorprendente elasticità ed una prontezza di risposta eccellente, che quasi fa pensare ad un numero superiore di cavalli rispetto a quelli che in realtà sprigiona. Anche con la “grande” della Famiglia Volvo ci si può divertire, perché lo stesso D5 non sembra mai in affanno e la sua generosa coppia ci ricorda, vantandosi di questo, che il suo valore è addirittura superiore a quello della T5 benzina da 250 cavalli, che infatti eroga 330 Nm. Uno dei parametri di base nel progetto D5 è dato dall’utilizzo di un monoblocco compatto e resistente, interamente in alluminio, che fece la sua prima comparsa nel 1991 sulla Volvo 850 e che attualmente vanta ben 2 milioni di esemplari prodotti. I numeri ci dicono che la potenza massima è di 163 cavalli (120 kW) e che soprattutto, la coppia massima è di 340 Nm, come detto addirittura superiore alla versione turbo a benzina. L’ottimo rendimento di questi motori è dovuto ad altri importantissimi fattori che lavorano in abbinata a potenza e coppia; innanzitutto la semplice architettura del propulsore stesso è l’elemento determinante per la riduzione degli attriti interni, in questo contesto si inseriscono anche i pistoni e le bielle, che essendo alleggerite limitano al massimo le vibrazioni e l’affaticamento del motore. Poi c’è la cinghia che agisce sul solo albero a camme di aspirazione e che a sua volta comanda quello di scarico tramite gli ingranaggi. L’enorme riserva di coppia dei propulsori D5, ricordiamo 340 Nm, è dovuta principalmente al turbocompressore di tipo VNT a geometria variabile, il quale vanta delle palette orientabili che variano la loro posizione al fine di garantire le migliori condizioni di flusso ed un’elevata efficienza alle varie velocità. Il movimento di queste palette è comandato dalla centralina di gestione del motore, il che assicura una risposta sempre pronta ed efficiente. Inoltre, la quantità ci carburante iniettata ed i tempi stessi di iniezione sono controllati elettronicamente da valvole solenoidi ad azione rapida; il carburante viene iniettato direttamente nella camera di combustione a pressione elevatissime, fino a 1.600 bar, e questo consente una polverizzazione estremamente fine del carburante con la relativa massima efficienza in fase di combustione. Per ridurre ulteriormente le emissioni allo scarico, il D5 può contare sulla più avanzata tecnologia di ricircolo EGR, grazie alla quale una parte dei gas di scarico viene immessa nuovamente nel processo di combustione, con il risultato di abbattere ulteriormente l’emissioni e gli ossidi di azoto. Gli agenti tipo gli idrocarburi incombusti ed una buona percentuale di articolato sono neutralizzati con l’aiuto dei convertitori catalitici; il sistema è del tipo a doppio convertitore, con un elemento più piccolo piazzato in prossimità dell’uscita del turbocompressore e un secondo, di dimensioni maggiori, collocato in sequenza immediatamente a valle del primo. Il convertitore più piccolo è riscaldato assai rapidamente ed entra in funzione in tempi brevissimi, con il risultato di un’azione di depurazione più efficace dei gas dopo una partenza a freddo; al tempo stesso, il calore prodotto serve a riscaldare più velocemente il convertitore principale. Con questo nuovo apporto di tecnologia, la Volvo ripropone la sua più che valida candidatura per ottenere la leadership nel segmento delle station wagon “premium”.

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