Fortemente ispirata alle sportive muscle car degli anni ’70, ecco la Dodge Challenger Concepì. Il pianale è quello della piattaforma LX a trazione posteriore del gruppo Chrysler, mentre sotto il cofano pulsa il potente motore Hemi. Forme che vengono dal passato. L’originario modello del 1970 è stato considerato l’icona delle serie “muscle car”. La Challenger prototipo di oggi però non si tratta di una semplice replica della sportiva storica, ma si tratta della visione moderna, con tutto quello che una muscle car originale americana doveva avere, unito agli attuali standard ed a quelli pensati per il futuro.
La concept Challenger ha un passo di 295 cm, 15 cm in più rispetto all'originale. Ma la sua lunghezza totale è inferiore di 15 cm e la larghezza è stata aumentata di 5 cm, per conferire alla concept car un'immagine più solida e grintosa. Una delle caratteristiche fondamentali della vettura originale che i designer hanno voluto mantenere consiste nell'eccezionale larghezza delle estremità anteriori e posteriori. Per ottenere questo effetto è stata aumentata la carreggiata sia anteriore che posteriore a 162 cm e 165 cm, rendendola più ampia del modello 1970. Per realizzare il lungo cofano orizzontale è stato aumentato anche lo sbalzo anteriore. Sguardo aggressivo. Il frontale presenta la tipica mascherina crociata Dodge e quattro fari profondamente incassati nella caratteristica cavità orizzontale che attraversa tutta l'ampiezza della vettura. Disposti bene in vista in senso diagonale, i fari più esterni sporgono in avanti, mentre le luci interne "six shooter" risultano lievemente arretrate. La coda è invece caratterizzata da un unico gruppo ottico di tipo neon full-size. Sia la mascherina del radiatore che i gruppi ottici anteriori e posteriori sono delimitati da cornici in fibra di carbonio. Come nella versione originale, le estremità della vettura sono definite da sottili luci di posizione laterali di forma rettangolare.
Profilo sportivo con grandi scarpe. I paraurti sono in tinta, a filo con la carrozzeria e senza modanature di protezione. Il cofano riprende l'immagine “ad alte prestazioni” della Challenger originale e le sue doppie feritoie diagonali, adesso con pratiche prese d'aria dotate di valvole a farfalla. Le strisce sul cofano mettono in mostra la sua struttura in fibra di carbonio.
I cerchi cromati a cinque razze da 20 pollici per le ruote anteriori e da 21 pollici per quelle posteriori sono inseriti a filo con la carrozzeria e conferiscono alla vettura una immagine estremamente sportiva.
Arancio fuori, Nero dentro. In contrasto con la brillante tonalità Orange Pearl, gli allestimenti interni si presentano in un sobrio e accattivante nero, ravvivato da accenti in argento satinato e sottili bordi arancioni sugli schienali dei sedili. Cockpit old-style ma hi-tech! Come nell'originale, la plancia è collocata in posizione rialzata, e sul lato guida si interseca con un cockpit di forma trapezoidale che comprende tre strumenti analogici circolari. Questi strumenti sono affiancati sul lato esterno da un “quadrante ” di dimensioni più grandi, dove il computer consente al guidatore di determinare la velocità massima di crociera, i tempi e la velocità di raggiungimento dei 400 m e la velocità massima per ognuna delle marce innestate. Argento e pelle tra le mani. Con la sua spessa corona, il mozzo circolare e le razze traforate color argento, il volante rivestito in pelle rievoca quello della vettura originale denominato “Tuff”, così come il piantone dello sterzo “scanalato”. La consolle sul tunnel, con la parte centrale rialzata e rivolta verso il guidatore, è dotata di un selettore a forma di “calcio di pistola”, perfetto per gestire i rapidi innesti consentiti dal cambio manuale a sei marce. Motore Hemi da oltre 400 CV! Terminiamo con la meccanica. Sotto al lungo cofano il prototipo sfoggia il potente 6,1 litri Hemi da ben 425 CV. Il cambio è manuale a sei rapporti, la trazione posteriore e le prestazioni disarmanti: 0-100 km/h in 4,5 secondi e 280 km/h di velocità massima!
La concept Challenger ha un passo di 295 cm, 15 cm in più rispetto all'originale. Ma la sua lunghezza totale è inferiore di 15 cm e la larghezza è stata aumentata di 5 cm, per conferire alla concept car un'immagine più solida e grintosa. Una delle caratteristiche fondamentali della vettura originale che i designer hanno voluto mantenere consiste nell'eccezionale larghezza delle estremità anteriori e posteriori. Per ottenere questo effetto è stata aumentata la carreggiata sia anteriore che posteriore a 162 cm e 165 cm, rendendola più ampia del modello 1970. Per realizzare il lungo cofano orizzontale è stato aumentato anche lo sbalzo anteriore. Sguardo aggressivo. Il frontale presenta la tipica mascherina crociata Dodge e quattro fari profondamente incassati nella caratteristica cavità orizzontale che attraversa tutta l'ampiezza della vettura. Disposti bene in vista in senso diagonale, i fari più esterni sporgono in avanti, mentre le luci interne "six shooter" risultano lievemente arretrate. La coda è invece caratterizzata da un unico gruppo ottico di tipo neon full-size. Sia la mascherina del radiatore che i gruppi ottici anteriori e posteriori sono delimitati da cornici in fibra di carbonio. Come nella versione originale, le estremità della vettura sono definite da sottili luci di posizione laterali di forma rettangolare.
Profilo sportivo con grandi scarpe. I paraurti sono in tinta, a filo con la carrozzeria e senza modanature di protezione. Il cofano riprende l'immagine “ad alte prestazioni” della Challenger originale e le sue doppie feritoie diagonali, adesso con pratiche prese d'aria dotate di valvole a farfalla. Le strisce sul cofano mettono in mostra la sua struttura in fibra di carbonio.
I cerchi cromati a cinque razze da 20 pollici per le ruote anteriori e da 21 pollici per quelle posteriori sono inseriti a filo con la carrozzeria e conferiscono alla vettura una immagine estremamente sportiva.
Arancio fuori, Nero dentro. In contrasto con la brillante tonalità Orange Pearl, gli allestimenti interni si presentano in un sobrio e accattivante nero, ravvivato da accenti in argento satinato e sottili bordi arancioni sugli schienali dei sedili. Cockpit old-style ma hi-tech! Come nell'originale, la plancia è collocata in posizione rialzata, e sul lato guida si interseca con un cockpit di forma trapezoidale che comprende tre strumenti analogici circolari. Questi strumenti sono affiancati sul lato esterno da un “quadrante ” di dimensioni più grandi, dove il computer consente al guidatore di determinare la velocità massima di crociera, i tempi e la velocità di raggiungimento dei 400 m e la velocità massima per ognuna delle marce innestate. Argento e pelle tra le mani. Con la sua spessa corona, il mozzo circolare e le razze traforate color argento, il volante rivestito in pelle rievoca quello della vettura originale denominato “Tuff”, così come il piantone dello sterzo “scanalato”. La consolle sul tunnel, con la parte centrale rialzata e rivolta verso il guidatore, è dotata di un selettore a forma di “calcio di pistola”, perfetto per gestire i rapidi innesti consentiti dal cambio manuale a sei marce. Motore Hemi da oltre 400 CV! Terminiamo con la meccanica. Sotto al lungo cofano il prototipo sfoggia il potente 6,1 litri Hemi da ben 425 CV. Il cambio è manuale a sei rapporti, la trazione posteriore e le prestazioni disarmanti: 0-100 km/h in 4,5 secondi e 280 km/h di velocità massima!
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