Honda CR-V 2.2 CTDi - Lo stile poco rude delle lamiere e l’ambiente abitativo fatto con cura, con un ripieno di gadget tecnologici e la vetrata a mo’ di tetto, definiscono un ambiente più da lobby lounge che da offroad. Niente abitudini spartane anzi, tante raffinatezze, come ad esempio la leva del freno a mano che si risolve brillantemente in una cloche di foggia aeronautica. Si impugna bene e fa scena. Oppure la praticità del cambio spostato in alto e del vuoto tra i due sedili sul pavimento. Si riscoprono spazi e movimenti vietati dalle auto moderne: se volete uscire dalla portiera del passeggero niente acrobazie.
In movimento rimane sommesso il ticchettio del pluripremiato 2.2 diesel: si sente solo da fermo e accelerando nelle marce basse. Per il resto a tutte le velocità e in tutte le situazioni a bordo della CR-V si viaggia veloci e nel silenzio, anche su buche e asfalti rumorosi. Il volante quasi da sportiva regala confidenza e non impone ritardi tra intenzione e azione. Tra sedili in pelle, comfort complessivo, visibilità agevolata da una statura leggermente superiore alla media… delle auto normali, e approccio alle curve non penalizzato da scocche dondolanti non si rimpiangono in alcun modo le berline.
Quel che manca in reattività al pedale il CR-V lo rende proprio nei lunghi trasferimenti. Dove il grado di sicurezza reale e percepita arriva al top di classe e per il guidatore ci sono solo rose. Il radar che aiuta il controllo di velocità a guadagnare intelligenza funziona davvero bene: vede gli ostacoli molto prima dei nostri occhi. Come per incanto abbiamo desiderato un salto nel futuro completo: quando finalmente i prodigi della meccatronica ci potranno far scegliere tra tenere le redini o affidarle, in certe condizioni, alle mani sicure e sapienti dei bit.
Stesso discorso se vi avvicinate troppo - magari per distrazione in tangenziale - a chi sta davanti: una bella strattonata della cintura vi sveglierà dal torpore, fino a frenare per voi se i vostri riflessi sono da lunedì mattina. Aiuti elettronici intelligenti che non tolgono il gusto della guida, ma assomigliano ad un angelo custode. A noi sono piaciuti e quando siamo passati su altri Suv ne abbiamo sentito la mancanza.
D’obbligo tenerla lucida, le donano i colori scuri e chi la guida deve padroneggiare la tecnologia per essere intonato. Ed evitare tenute da mandriano. Più che reinventato il SUV è stato destrutturato. Tanto che sembrerebbe perfetto, complice il romantico tetto in vetro, per guardare le stelle o… sognare una versione Type R.
In movimento rimane sommesso il ticchettio del pluripremiato 2.2 diesel: si sente solo da fermo e accelerando nelle marce basse. Per il resto a tutte le velocità e in tutte le situazioni a bordo della CR-V si viaggia veloci e nel silenzio, anche su buche e asfalti rumorosi. Il volante quasi da sportiva regala confidenza e non impone ritardi tra intenzione e azione. Tra sedili in pelle, comfort complessivo, visibilità agevolata da una statura leggermente superiore alla media… delle auto normali, e approccio alle curve non penalizzato da scocche dondolanti non si rimpiangono in alcun modo le berline.
Quel che manca in reattività al pedale il CR-V lo rende proprio nei lunghi trasferimenti. Dove il grado di sicurezza reale e percepita arriva al top di classe e per il guidatore ci sono solo rose. Il radar che aiuta il controllo di velocità a guadagnare intelligenza funziona davvero bene: vede gli ostacoli molto prima dei nostri occhi. Come per incanto abbiamo desiderato un salto nel futuro completo: quando finalmente i prodigi della meccatronica ci potranno far scegliere tra tenere le redini o affidarle, in certe condizioni, alle mani sicure e sapienti dei bit.
Stesso discorso se vi avvicinate troppo - magari per distrazione in tangenziale - a chi sta davanti: una bella strattonata della cintura vi sveglierà dal torpore, fino a frenare per voi se i vostri riflessi sono da lunedì mattina. Aiuti elettronici intelligenti che non tolgono il gusto della guida, ma assomigliano ad un angelo custode. A noi sono piaciuti e quando siamo passati su altri Suv ne abbiamo sentito la mancanza.
D’obbligo tenerla lucida, le donano i colori scuri e chi la guida deve padroneggiare la tecnologia per essere intonato. Ed evitare tenute da mandriano. Più che reinventato il SUV è stato destrutturato. Tanto che sembrerebbe perfetto, complice il romantico tetto in vetro, per guardare le stelle o… sognare una versione Type R.
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